A testa alta

“Sia un esempio per tutti coloro che oggi hanno la fortuna di vivere in un periodo nel quale le armi non si sono più incrociate nel territorio italiano” è una delle frasi che completano la prefazione al libro “A testa alta”di Giuseppe Altamore, scritta dal Generale di Corpo d’Armata Roberto Jucci e Comandante Generale dell’Arma dei Carabinineri dall’ 8 Gennaio 1986 al 20 Aprile 1989.

“A testa alta” edizioni San Paolo, racconta la storia del capitano Massimo Tosti, il Carabiniere che salvò la vita di 4 mila ebrei.

Giuseppe Altamore, direttore responsabile del mensile “Benessere, la salute con l’anima” del Gruppo San Paolo ha realizzato questo libro raccogliendo numerosi documenti ritrovati dai figli del Capitano.

Una testimonianza importante che spiega quanti uomini e donne ebrei e partigiani scamparono alla morte grazie all’impegno di uomini come il Capitano dei Carabinieri Massimo Tosti.

Il libro parte dal 1942 gli anglo-americani sbarcano in Nord-Africa e l’Italia comincia ad arrancare in Libia.

La zona libera francese passa sotto il controllo delle forze tedesche ed italiane per evitare lo sbarco sulle coste del Mediterraneo.

Il governo di Vichy ha solo il controllo dell’amministrazione statale. La IV Armata Italiana prende il controllo del territorio che va da Tolone in Francia a punta Mesco nel Comune di Monterosso.

La Francia passa sotto il comando tedesco, mentre la Provenza e la Costa Azzurra vengono occupate dalla IV Armata.

Qui ha inizio la storia, che mostra come i militari italiani sono pronti a difendere gli ebrei dalle pretese della Gestapo e dalla Repubblica fascista di Vichy.

Il Capitano Tosti decise di rimanere in servizio con lo scopo di adoperarsi per aiutare la popolazione che soffriva ed in particolare gli ebrei in fuga.

Con l’arrivo dell’ 8 Settembre 1943, giurò fedeltà alla Repubblica Sociale Italiana, ma in segreto continuò ad aiutare gli ebrei rischiando la propria vita.

Massimo Tosti era un uomo semplice ma che rimase fedele al giuramento e ai suoi principi. I regimi passano ma i valori restano. Ciò che fece fu di rimanere fedele alle sue idee senza lasciarsi persuadere dall’ideologia dell’epoca.

Un uomo che credeva nella famiglia, nell’amicizia in un mondo che stava perdendo ogni ideale. Ciò in cui credeva lo ha aiutato a superare le brutture che accadevano in quegli anni terribili, convinto che né il fascismo e la guerra avrebbero potuto intaccare le sue convinzioni.

Condividi:

Related posts